

le feci credere che, nella collina dietro casa nostra,
viveva una comunità di animaletti di tutte le specie,
che festeggiavano i bambini ai quali era venuta una "finestrella" in bocca.
Mandavano un regalino per dire loro
che erano diventati più grandi.
Erano animaletti speciali perchè amavano la natura, credevano nell'amicizia
e nella solidarietà.
Non pensavo che avrei finito per scrivere un libro,
quasi un diario,
per raccontare le avventure
di questi amichetti
e quello che segue è uno degli episodi
che s'intitola...
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RICORDI IN SOFFITTA

La Tartaruga Albina, quel giorno di settembre, aveva un forte torcicollo, perchè non era più giovincella e ogni tanto, le uscivano certi acciacchi dovuti all'età.La sera prima, però, testona, non aveva voluto mancare al coro dei "Grilli Canterini"ed il freschetto le aveva giocato quel brutto scherzo. Pensò allora, che la cosa migliore fosse quella di restare in casa, ma doveva trovare qualcosa per passare il tempo.
per rovistare tra le sue carabattole, insomma vedere di mettere
un po' d' ordine.
Aprì la porta e si presentò un certo abbandono. La polvere copriva tutto .
Spalancò il lucernaio
per fare cambiare l'aria e per avere più luce.
per fare cambiare l'aria e per avere più luce.
Una cartella che lei aveva dimenticato per tanti anni lassù su una mensola.
La tirò giù. Aveva ancora il suo caratteristico odore.
Con mani tremanti l'aprì e prese da dentro

un quaderno con la foderina nera lucida e le pagine bordate di rosso;
poi pennini arruginini ed ancora macchiati d'inchiostro, una matita spuntata,
una gomma consumata...un fiore secco.
Che emozione...La nostalgia le dava quasi un senso di soffocamento.
Iniziò a sfogliare il quaderno a grossi quadretti.
In alto a destra, una mano adulta aveva scritto
Matteria 1 ottobre 1940.
In quel primo foglio, in ogni quadretto vi era una stanghetta
trasversale, che una piccola mano ancora inesperta,
aveva tentato di fare nel modo migliore,
al suo primo giorno di scuola.
Alla Tartaruga Albina, come in un film scorsero
davanti agli occhi, i primi nove anni della sua vita.
L'avevano portata in quel luogo piccolissima
ed era cresciuta, spensierata, libera e felice


e delle corse sulla neve che spesso copriva tutto,
in inverno
C'erano piccole cose che potevano renderla felice,
come la scoperta, al primo teporino, di una violetta
nata tra l'erba ancora secca, ma al riparo di una siepe...

o come riuscire a scovare, assieme a suo fratello,
un piccolo fiore di bucaneve
spuntato a fatica di sotto quella coltre bianca,
che aveva coperto tutto, ma protetto da un masso:
era l'unico piccolo fiore che erano riusciti a trovare,
ma che volevano portare alla loro mamma

che quel giorno aveva regalato loro un fratellino.


negli occhi il colore e la pelosità
degli anemoni e dei tulipani selvatici, che quasi toccavano il terreno
tanto il loro gambo era corto...

.nelle orecchie il sibilo del forte vento del Carso..

e la parola...nevica.....
Poi tutto questo improvvisamente
finì, perchè la pazzia dell'uomo puo' fare cambiare le vite.

.nelle orecchie il sibilo del forte vento del Carso..

e la parola...nevica.....
Poi tutto questo improvvisamente
finì, perchè la pazzia dell'uomo puo' fare cambiare le vite.
la paura, la fame, la morte.
Tutto lassù fu abbandonato per salvarsi:
Tutto lassù fu abbandonato per salvarsi:
la casa dov'era vissuta,
la sua amica di banco Natalia...
e là, fu lasciata per sempre, la sua spensierata fanciullezza.
Albina fu presa da una profonda emozione ed allora, preferì chiudere quel quaderno,
riporre tutto nella vecchia cartella: il quaderno, i pennini, la matita spuntata
la gomma consumata, il fiore secco ed il libro di prima elementare,
sulla cui copertina, spiccava ancora, seppure igiallita
chiuse la porta della soffitta
e mentre scendeva le scale,
dentro di sè penso che non si puo' ritornare indietro.
Il tempo scorre, anche se puo' rimanere il dolore
di una fanciullezza felice, interrotta
da chi ha provocato e voluto
da chi ha provocato e voluto
Lei, però, si riteneva fortuna, perchè viva,
ma dovette costatare che le guerre non finivano mai
perchè da qualche parte del mondo
ancora esistevano....
e chissà quante fanciullezze serene,
sarebbero state troncate, a causa di quei
"Grandi della Terra",
che possono arrogarsi il diritto
di scippare i bambini, dalla possibilità
di essere felici.
La Tartaruga Albina che però, nonostante tutto, era
una inguaribile ottimista, aveva fatto suo il motto:
A QUELLO DI DOMANI.