Combattivo, desideroso di uscire da quel groviglio di avversità che si sono abbattute sul suo corpo fin dalla giovane età. Ha conosciuto il gene della depressione familiare, poi il tifo, poi la tubercolosi. La propensione e l’amore per il disegno lo fanno iscrivere alle migliori scuole di Belle Arti dove conosce il profumo della bellezza del movimento impressionista, con un’attenzione particolare per un Cezanne attento anche ai profondi, interiori misteri del pensiero. Ma Modì era Modì e quella bellezza andava cercata in un mondo primitivo, fuori dagli schemi, forse un tentativo di rivincita del bene sul male. Trasferitosi a Parigi in quella Montmartre, centro indiscusso dell’arte mondiale, conosce i grandi di allora, da Picasso ad Apollinaire, da Derain a Juan Gris, da Brancusi a Soutine. L’alcool e la droga sono le sue medicine, forse per ritrovare le forze per rimanere in gioco, forse perché l’amore per continuare che solo un artista conosce è incontrollabile e scatenante. Si dedica subito alla scultura con quelle teste e quei visi che segnano l’appartenenza ad un altro mondo primordiale quasi fuori dalla civiltà. Ma la malattia incombe e le polveri delle sculture non perdonano. Il passaggio alla pittura è una delle cose più commoventi per un amante dell’arte. Quei colli, quei visi allungati così imperfetti da entrare nel mondo percepibile della perfezione, la bellezza dominante di quegli occhi, la compostezza delle mani, delle braccia, il nudo femminile, mai volgare, mai offensivo, con quella dignità che allora scaturiva in quei dipinti ma che gli venne riconosciuta se non con il passare degli anni. E poi l’amore per le donne, queste donne che fanno da sempre girare il mondo, che modificano il blu verso il rosa in Picasso , il grigio verso il bianco in utrillo, la bellezza e l’espressività che volge alla purezza in Modigliani. Assolutamente commovente quell’amore per la sua amata, che non accetta il decorso del male, che si dispera per la morte dell’amato, che rivuole ciò che le appartiene: quell’amore per il suo Modì, non può finire e per lei il suicidio assume il decoroso valore della rivincita dell’equo, del giusto, sulla sofferenza, sul dolore. Ora riposano in quella pace eterna, sicuramente mano nella mano, onorati dalla bellezza quasi inconcepibile di quella pittura, ma che porta verso il divino. (Maurizio G. )
Ringrazio yuk per questi suoi profondi pensieri che onorano una volta di più questo Grande Artista. Le parole di Maurizio ci fanno capire che Modì pur essendo morto in giovane età e dopo una vita travagliata e sregolata, ha avuto ciò che voleva e desiderava.."una vita breve, ma intensa".
Un rapido lampo sfolgorante
Aveva un sorriso così gentile che non gli si poteva rifiutare nulla. Aveva l’aria di un giovane Dio vestito da operaio alla domenica…Forse Amedeo tremava di freddo, di alcool e di disperazione sui boulevards di Parigi, ma la sua mano mai tremò sulla pagina o sulla tela.
Autoritratto
"Dal fango me ne vado, ormai conosco la vita, fra un istante sarò solamente polvere" (Modì)
Alice

ragazzo con cappello
Non cessò mai di essere attratto dalla gente e la ritraeva, per così dire, con abbandono, incalzato dall'intensità del sentimento e della visione.
Ritratto a Paul Guillaume
"Non aveva amatori e nessun altro artista o poeta lo prendeva seriamente.
Ridevano dei suoi disegni, dimostrando poca importanza per i suoi quadri e gli “amici” di allora non erano gli stessi che poi si rivelarono in seguito quando divenne famoso." (Guillaume che fu il primo a credere in lui)
Modigliani- Jaques e Berthe Lipchitz-
"Beveva e diventava furioso dopo un bicchiere, ma davanti alla tela non fu mai furioso."
(Lipchitz)
Ritratto a Pablo Picasso-
La leggenda racconta che in letto di morte Picasso chiamò più volte il suo nome e,
anni prima, a chi gli domandò chi fosse il più grande pittore lui rispose.. "Non saprei rispondere, ma quello che di sicuro posso dire è che uno dei pittori che ho maggiormente temuto e rispettato fu Amedeo Modigliani"
Donna con bambino
"La vita è un dono: dei pochi ai molti: di coloro che sanno e che hanno a coloro che non sanno e che non hanno ." (Modì)
Jeanne Habuterne
“Color d’amore e di pietà sembianti
non preser mai così mirabilmente
viso di donna, per veder sovente
occhi gentili o dolorosi pianti,
come lo vostro…” Dante
"..Dipingeva Jeanne con tutta l'intelligenza e la dolcezza di cui era capace.."
"La sua era un'arte di sentimento personale. Lavorava con ardore, schizzando un disegno dopo l'altro senza fermarsi a correggere o a riflettere. Sembrava che lavorasse mosso esclusivamente dall'istinto, che aveva tuttavia assai fine e sensibile"(Lepchiptz)
"Quella forma semplificata a perdita di carezza" (Franchi)
"Il tratto è la bacchetta del mago, sapersene servire è proprio del genio-"(Modì)
...il colore ridente dei suoi nudi così sessualmente schietti
.
Jeanne Habuterne
Jeanne lo amò perchè egli si lasciava amare
"Un collo pallido com'è quello dell'amore"
Ritratto-Jeanne Hebuterne-
Ci guarda chinando la testa, accarezzata dal segno con cui Modì, amorosamente, decisamente, la racchiude...
quasi una lettera d’amore…sussurra e mormora come chi sussurra le parole ardenti accarezzando l’essere amato...
(Jeanne Hebuterne)
Modì spesso le ripeteva..“Il tuo vero dovere è di salvare il tuo sogno”
..Jeanne lo rispettò fino alla fine, salvando il suo amore,
e, donna della sua vita, legata all’artista
in maniera inscindibile, seguirà il suo amato...